Ogni epoca, ogni generazione ha avuto il suo Principe dei Ladri, ma di sicuro l’arciere di Alexandre Dumas è il prototipo di una lunga serie di ladri gentiluomini.
Cavalleresco come Ivanhoe, spavaldo come D’Artagnan, Robin il proscritto ha la generosità di un santo e la giovialità di un ragazzo. Giovane rampollo di una nobile famiglia sassone, Robin Hood è un personaggio semi-leggendario probabilmente vissuto nell’undicesimo secolo e successivamente protagonista d’un ciclo di ballate popolari.
Dumas così sintetizza il personaggio: è «un nobile proscritto, protettore dei poveri, sostegno degli infelici, vendicatore degli oppressi». E poco prima gli fa proclamare: «Io sono uno di quelli che gli uomini chiamano proscritti, banditi, briganti, e sia! Ma se porto via denaro al ricco, non tolgo mai nulla al povero. Odio la violenza, cerco di non versare sangue, amo la patria mia: solo la gente normanna mi è odiosa perché è gente tiranna».
La lotta che ha ingaggiato con il potere è destinata a non aver mai fine. Perché Robin Hood è un mito: quello della giustizia che non ha pace e vaga per il mondo a risvegliare i suoi arcieri. Un romanzo che ha dato lo spunto a moltissimi film, da leggere nella sua versione integrale.
Dumas A., ROBIN HOOD (edizione integrale), Newton Compton Editori 2010