Domenica 27 settembre. Verso le otto di sera ci salutiamo con un veloce “ci vediamo a Migiandone”, dopo aver messo a cuccia il Porter Piaggio nel cortile della Chiesa di Madonna di Campagna.
Bersagli e attrezzatura, che solo tre ore prima erano ancora schierati in uno spiazzo della piccola frazione di Andermattu (in italiano Chiesa, anche se il toponimo walser in realtà significa “tra i prati”), nel cuore della Pomattertal (in italiano Val Formazza, ma anche in questo caso in lingua walser ci si riferisce alla “valle dei prati”), a poche decine di metri da un Toce insolitamente ricco d’acqua, riposavano nei magazzini del nostro decano Antonio Cerutti. Quelli più inzuppati li avevamo provvisoriamente distesi sotto la tettoia, in attesa di una giornata meno umida.
Un lungo bellissimo weekend incentrato sulla VIII edizione del Trofeo Pomat, la nostra classica di fine estate in altura avviata nell’ormai lontanissimo 2002 per iniziativa dell’equipe Ossola-Formazza. Weekend preceduto domenica 22 settembre dalla giornata del tracciamento: un gruppetto selezionato di arcieri vecchi e nuovi, capitanati dal formazzino Maurizio, al lavoro per disporre le piazzole di tiro nello scenario quasi autunnale dei boschi e dei prati tra Andermattu e Tuffwaald (in italiano San Michele, mentre in lingua walser significa “bosco inferiore”).
Una giornata illuminata dal sole e dall’entusiasmo della STP (Squadra Tracciatori Picchettatori), capaci tra le altre follie di immaginare la costruzione di un ponte provvisorio a sbalzo tra le rive del Toce per evitare un doppio passaggio sul ponte in cemento armato. Espediente che peraltro appartiene alla tradizione dei Trofei Pomat, come è documentato da alcune rarissime foto storiche. Il ponte, poi, non lo potemmo realizzare: fummo avvertiti che domenica 27, per dare risalto alla Cascata del Toce, sarebbero state aperte le dighe in alta valle, con il conseguente aumento della portata d’acqua del fiume. Nessun limite alla fantasia della STP: il buon Eraldo fu cooptato come autista di una immaginifica ARCOMOBILE, attrezzata all’uopo per traghettare le pattuglie dalla piazzola 9 alla 10, evitandogli un impraticabile guado oppure un lungo giro a piedi.
Dopo meno di una settimana prese le mosse l’avventura vera. Nel pomeriggio di Venerdì 26, dopo aver caricato i mezzi a disposizione della 01VERB (Porter, Pickup e Camper), parte della STP già si spostò in Val Formazza.
Sabato 26, verso le 8 e mezza del mattino, un bel gruppo di arciere e arcieri (circa 20), organizzati in tre squadre si misero all’opera disponendo ben 42 bersagli su 22 piazzole di tiro. Senza voler nulla togliere alla cura dell’ambientazione di tutto il percorso, spiccavano tra gli altri uno splendido tiro dentro la soffitta di una baita (un gufo e un topo) ed una fantastica piazzola acquatica composta da due castori nel bel mezzo di un torrente, accuratamente sistemati in modo da non correre il rischio di spaccare frecce sul greto sassoso.
Verso mezzogiorno era praticamente tutto fatto. La necessaria pausa per un lauto picnic illuminato da un bel sole ed annaffiato da misurate libagioni, e poi via per il giro di ricognizione con la posa delle tabelle di piazzola e gli ultimi ritocchi. Una squadra ben affiatata, e piena di allegria. Prima che le ombre della sera calassero sulla valle, il campo di gara era pronto ad accogliere l’indomani i numerosi arcieri iscritti alla prova.
A conclusione della giornata una bella cena in compagnia, ospiti della famiglia Picchetti che ci accolse con affetto nella bella casa di Tuffwaald.
Domenica 27 settembre. Verso le otto di mattina pioveva a raffica, ed aveva piovuto tutta la notte. Ciò nonostante, mentre noi predisponevamo la piazzola ristoro, gli altri membri della STP erano già all’opera per accogliere gli arcieri, verificare il percorso e sistemare se possibile la piazzola dei castori, che logicamente si era inesorabilmente allagata. Con l’arrivo dei primi partecipanti la pioggia accenna a diminuire, ed ultimati i preparativi la gara può partire: nonostante le pessime condizioni meteo giù in pianura le defezioni sono state pochissime (meno del 20%). Imbarcati sull’ARCOMOBILE e sul pickup di Maurizio le pattuglie più lontane, mi faccio accompagnare alla mia tradizionale postazione: la piazzola ristoro.
Dove sono rimasto fino alla fine, accogliendo con lo stile abituale della nostra Compagnia i vari gruppi che si avvicendavano: forti della nostra ormai ventennale esperienza, e con il valido supporto delle new entry Lucia e Mirella, senza dimenticare la mascotte Sofia, siamo stati in grado di dare un servizio che a detta degli astanti è stato veramente eccellente. Certamente non vorrei passare alla storia per la piazzola ristoro: le nostre gare (questa è la numero 66) sono (quasi) sempre giudicate dai partecipanti di ottimo livello tecnico e molto curate nell’ambientazione; ma è certo che ai nostri ospiti non facciamo mancare niente.
Nonostante la pittoresca incursione di una mandria di vacche proprio a ridosso di una bellissima piazzola imboscata tra i cespugli, tutto fila liscio, e verso le 14 le pattuglie hanno completato il percorso. Parte della STP smonta i bersagli e ripulisce boschi e prati, altri raccolgono gli score e preparano la classifica finale. Le arciere e gli arcieri, abbastanza zuppi ma altrettanto soddisfatti, si spupazzano le abbondanti razioni di polenta, spezzatino e brasato messe a punto dall’Agriturismo Rosswald. Verso le 15,30 ha inizio la cerimonia delle premiazioni, con la distribuzione dei soliti ricchi premi tra cui l’ottima pancetta graziosamente offerta dalla pregiata Macelleria Crosetti di Waald, e vengono assegnati per l’ottava volta i tre trofei, costituiti da tre enormi frecce in legno soprannominate “missili” (da cui il nome in gergo dell’evento), opera del nostro arciere ed abile artigiano falegname Maurizio Matli.
Mentre i nostri ospiti fanno ritorno a casa, tocca a noi aggredire polenta e spezzatino; ma non è finita. Bersagli e attrezzatura aspettano nel cortile della falegnameria di Maurizio. Verso le 18 i tre mezzi della VERB, colmi di mercanzie, lasciano Andermattu con destinazione il magazzino dove l’ultimo gruppo della STP ammassa, conta, distribuisce, sistema. Una stretta di mano, e via: come si dice nel più classico dei componimenti scolastici, “stanchi e zuppi, ma felici, ritornammo a casa.”
(n.b.: altre foto che illustrano l’evento si trovano nell’apposita sezione su questo sito)